Esperienze dalla CIIE: intervista a Agata Aiazzi, GM Chic Italia - Referente italiana che ha partecipato alla China International Import Expo 2020

 

Architetto, qual è stato il ruolo di Chic nella terza edizione della China International Import Expo e che esperienza è stata per voi?

Quest’anno, per ovvi motivi, la presenza in Cina di società e gruppi commerciali e istituzionali è risultata drasticamente ridotta rispetto alle edizioni precedenti. Trovandomi io già in Cina, ho avuto l’onore di essere nominata da Camera di Commercio Italo Cinese e Fondazione Italia Cina come referente in CIIE per il supporto alle aziende italiane espositrici in fiera. Il grandissimo vantaggio è stato quello di canalizzare, anche grazie al network di Chic Group, numerose delegazioni di rappresentanti di diverse municipalità cinesi, connesse a progetti già esistenti o in via di discussione, facendo sistema per promuovere il made in Italy.

Chic Group è una realtà internazionale che offre soluzioni e consulenze in diverse settori. Quali sono le sue attività principali e i suoi ultimi progetti?

I progetti di real estate di Chongqing, Nanjing e Xi’an sono quelli su cui stiamo puntando maggiormente al momento. Discutiamo in questi giorni un grosso progetto con un gruppo governativo di Nanjing che sarà un’imperdibile occasione di accesso alla Cina per molte realtà italiane, comprese le piccole e medie imprese. C’è altissima richiesta di Made in Italy, prodotti e concept, e noi stiamo lavorando per creare un ponte sempre più sicuro e affidabile tra i due Paesi.

Dopo l’esperienza della pandemia, come vedete il futuro di eventi come la CIIE?

Per mantenere il mondo in movimento anche eventi di questa portata si adatteranno alla nuova quotidianità e alle restrizioni in vigore. Per il Governo cinese alcuni appuntamenti chiave rimangono eventi imprescindibili in quanto sono un’opportunità di reciproco scambio, molto rilevanti per l’economia del Paese. Proprio per questo come Chic Group stiamo progettando una serie di eventi nel periodo concomitante alla prossima CIIE per approfittare della presenza di istituzioni e aziende italiane sul territorio cinese e ricreare la possibilità di contatti fondamentali per le future collaborazioni.

Nonostante il difficile periodo passato, le relazioni tra Italia e Cina restano ancora salde e forti. Su cosa bisognerà lavorare nei prossimi anni per rafforzare ancora di più questo rapporto?

Sicuramente continuare a lavorare su conoscenza e comprensione reciproca: sviluppare la comunicazione tra le parti per capire i modi di fare e pensare di due realtà che, raggiunta la sinergia giusta, danno vita a risultati eccellenti. Un altro aspetto che mi sento di suggerire è aumentare la presenza in Cina: non creare solamente un rapporto virtuale, a distanza ma, sempre nel limite dei tempi che corrono, cercare di stabilire delle risorse sul territorio cinese che abbiano contatto diretto con la nuova realtà e che possano essere per l’azienda una fonte di mediazione non indifferente.

Secondo voi, quanto peso ha in questa relazione il lavoro di enti e istituzioni come Camera di Commercio e Fondazione Italia Cina?

Importantissimo, fondamentale. Avere un supporto istituzionale è un passe-partout per poter entrare in maniera credibile nell’ecosistema del mercato cinese. La risonanza e i risultati creati dall’unione di enti e istituzioni insieme con le aziende portano a un sistema credibile e funzionale che crea così un network di potenziali rapporti, commerciali e non, più solidi e lineari su tutti i fronti.

Quale consiglio dareste a un imprenditore italiano che oggi, nel 2021, vuole cominciare a lavorare con la Cina?

Affidatevi a chi ha già esperienza e conoscenza dei processi di atterraggio del business per un supporto bilaterale e non abbiate fretta: la conoscenza di qualcosa di nuovo per dare buoni risultati deve sempre essere studiata con calma. Il mercato cinese se affrontato nel modo sbagliato può fagocitare anche le più grandi e sicure realtà commerciali, ma in Cina la perseveranza e la competenza pagano e i risultati spesso sono eccezionali.