Cala l'export veronese in Cina. Riello: «Dobbiamo fare di più»

«Nell'export verso la Cina Verona non si è comportata bene: nel 2013 le aziende del nostro territorio hanno esportato alimenti e vino per 8,8 milioni di euro, il 5% in meno rispetto all'anno precedente, a fronte di uno sviluppo del mercato cinese del 15%. Siamo la terza provincia esportatrice di vino, la 14esima per gli altri prodotti agroalimentari». La tirata di orecchie agli imprenditori veronesi è arrivata da Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio, che ieri ha fatto gli onori di casa al «China workshop: agricoltura, agroindustria e sicurezza alimentare». È stato il secondo dei quattro convegni organizzati da Fondazione Italia Cina e Camera di Commercio, in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia in Cina, nell'ambito della promozione dei quattro «Pacchetti di collaborazione Sino-Italiana».
Verona è stata scelta per l'appuntamento relativo all'agroalimentare, Milano per gli incontri su tecnologie ambientali e urbanizzazione sostenibile, Bologna per l'ambito sanitario. «L'11 giugno prossimo, in occasione della visita in Cina del premier Matteo Renzi e del ministro Federica Guida, l'Ambasciata Italiana a Pechino presenterà i quattro Pacchetti per la Collaborazione Sino-Italiana al mercato cinese», ha spiegato il direttore generale della Fondazione Italia Cina Margherita Barberis. Quel giorno verrà distribuita alle aziende cinesi una brochure, all'interno della quale saranno presentate le imprese italiane che hanno partecipato ai quattro workshop settoriali: lo scopo è favorire un contatto diretto tra le realtà imprenditoriali del due Paesi.
«Non è stata casuale la scelta di Verona come location per il workshop sull'agroalimentare», ha sottolineato Alcide Luini, segretario generale della Camera di Commercio Italo Cinese, «qui si svolgono sia Vinitaly che Fieragricola». Eventi che però non bastano per spingere le imprese locali a conquistare quel mercato. Lo dimostrano altri numeri snocciolati da Riello: «In Cina, l'anno scorso, le nostre aziende hanno esportato macchinari, cisterne, radiatori, motori e generatori elettrici, destinati soprattutto all'agrindustira, per 69 milioni di euro, il 37% dei 186 milioni di produzioni complessivamente esportate. C'è un gap», ha continuato Riello, «che stupisce, se guardiamo la competitività dei nostri prodotti su altri mercati esteri».
Alla base di queste difficoltà, una carenza culturale e conoscitiva, e la fatica delle imprese di fare rete. «Abbiamo peccato nella mancanza di sistema», ha detto l'ambasciatore d'Italia in Cina Alberto Bradanini, in collegamento telefonico da Pechino, «ma ora con i Pacchetti di collaborazione Sino-Italiana abbiamo trovato la strada giusta: un'organizzazione di sistema concreta e continuativa che permetterà alle imprese italiane di lavorare in Cina, riequilibrando quella bilancia economica e commerciale che vede il Paese del Dragone vincente, e l'Italia in svantaggio».

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